Il presidente Sergio Mattarella chiede aiuti immediati per Gaza per una vera pace: la critica verso l’Unione Europea.
Durante il vertice dei Capi di Stato Arraiolos, in corso a Tallinn, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso una posizione chiara sulla guerra a Gaza. Intervenendo dopo la firma dell’accordo sulla prima fase del piano di pace proposto da Donald Trump, ha richiamato l’Unione Europa e il resto della comunità internazionale verso una “vera pace“.

Mattarella: “Sostenere sforzi verso vera pace, subito aiuti”
Sergio Mattarella, come riportato da La Press, ha sottolineato con forza: “È indispensabile sostenere gli sforzi ulteriori dei Paesi mediatori, perché si raggiungano sollecitamente le tappe successive, verso una vera pace“. Ha poi avvertito: “L’alternativa sarebbe devastante. Il costo umano del conflitto pagato in questi mesi è immenso“.
Il Capo dello Stato ha evidenziato l’urgenza di un’azione umanitaria concreta per la popolazione palestinese: “Gli aiuti a Gaza devono potere arrivare in maniera immediata e massiccia“. Ha quindi ribadito il valore del piano in corso solo se realmente aperto al sostegno umanitario internazionale.
Il richiamo all’Unione Europea
Nel suo discorso, aggiunge La Press, Sergio Mattarella ha affrontato anche il ruolo dell’Unione Europea nel processo di pace, sottolineandone i limiti attuali: “Temo che dobbiamo ammettere che le nostre divisioni interne – unite alla lentezza dei processi decisionali – ci hanno impedito finora di svolgere un ruolo visibile e incisivo“.
Ha poi aggiunto: “L’Europa, può essere d’aiuto in questa dimensione; ma a condizione che a nostra volta troviamo la capacità di superare le nostre divisioni e iniziamo a operare con tempestività e con una voce sola“.
Sul piano politico, ha richiamato l’urgenza di porre fine alla sottrazione dei territori palestinesi in Cisgiordania. Infine, ha lanciato un appello alla memoria e alla responsabilità verso le generazioni future: “Queste sofferenze – come tutte quelle subite – resteranno iscritte nel Dna delle nuove generazioni, minando ogni possibilità di un futuro di pace senza una prospettiva politica davvero storica e quindi coinvolgente per i palestinesi“.